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L'Italia durante e dopo il periodo napoleonico

Il seguente testo racconta le principali vicende dell’Italia durante il periodo napoleonico e le trasformazioni avvenute grazie alla dominazione francese. 
Attraverso un linguaggio semplice e chiaro, ripercorreremo i cambiamenti politici, sociali ed economici che interessarono gli Stati italiani tra il 1796 e il 1815. 

L’obiettivo è comprendere come la figura di Napoleone abbia influenzato profondamente il cammino verso l’unità e l’indipendenza dell’Italia. 

Il contenuto è arricchito da una fotografia storica della tomba di Napoleone a Parigi.

Sommario


Le vicende degli Stati italiani durante il periodo napoleonico


Il Regno d’Italia

Tra il 1796 e il 1815, l’Italia visse un periodo molto movimentato, seguendo da vicino le imprese militari e politiche di Napoleone. Ogni volta che scoppiava una nuova guerra, i confini e gli Stati italiani cambiavano forma.

Nel nord, la Repubblica Cisalpina, nata nel 1797 dopo la caduta di Venezia, venne trasformata nel 1801 in Repubblica Italiana. A guidarla fu chiamato Francesco Melzi d’Eril, un importante patriota italiano.

Quando Napoleone si proclamò imperatore nel 1804, la Repubblica fu trasformata in Regno d’Italia (1805). Napoleone si incoronò re e affidò il governo del nuovo Stato al suo figliastro, Eugenio Beauharnais, con il titolo di viceré.

La capitale del Regno d’Italia era Milano, e il territorio comprendeva: il Vercellese, il Novarese, la Lombardia, l’Emilia, la Romagna, le Marche, e dopo il 1806, anche il Veneto, il Trentino e parte dell’Alto Adige. Era suddiviso in 24 dipartimenti e contava circa sei milioni e mezzo di abitanti. Sebbene fosse legato alla Francia, il Regno d’Italia aveva un proprio esercito ed era amministrato con efficienza: era lo Stato più forte della penisola italiana.

Il Regno di Napoli

Dopo il Regno d’Italia, il Regno di Napoli era lo Stato più importante. Fu tolto al re Ferdinando IV di Borbone, che aveva aiutato l’Austria nella guerra del 1805, e affidato a Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone.

Nel 1808, Giuseppe fu inviato come re in Spagna, e a Napoli fu nominato sovrano il generale Gioachino Murat, marito di Carolina Bonaparte, sorella dell’imperatore. Murat si dimostrò un re coraggioso e amato dal popolo per il suo impegno e il suo valore.

Tuttavia, la Sicilia restò indipendente perché protetta dalla flotta inglese, e lo stesso vale per la Sardegna, che era un territorio del Piemonte e rappresentava un rifugio sicuro per la Casa Savoia durante quel periodo turbolento.

Gli altri Stati italiani

Anche gli altri Stati della penisola subirono importanti trasformazioni.

Il Piemonte e la Liguria vennero annessi direttamente alla Francia. La Toscana, chiamata Regno di Etruria, fu affidata da Napoleone a sua sorella Elisa, sposata con Felice Baciocchi, principe di Piombino. In seguito, anche questa regione fu incorporata nell’impero francese.

Lo Stato Pontificio rimase sotto il controllo di papa Pio VII fino al 1809, quando fu annesso anch’esso alla Francia.

La caduta di Napoleone e il ritorno degli antichi sovrani

Quando Napoleone cominciò a perdere le sue guerre, anche l’Italia fu colpita dalle conseguenze. Dopo la tragica campagna di Russia, Eugenio Beauharnais tornò in Italia per difendere il suo regno dagli Austriaci.

Nel 1814, dopo che Napoleone fu costretto ad abdicare, Eugenio tentò un accordo firmando l’armistizio di Schiarino Rizzino, vicino a Mantova, ma non riuscì a rientrare a Milano, dove il popolo si era ribellato contro i Francesi. Il ministro Giuseppe Prina, odiato per le troppe tasse, fu ucciso con violenza.

Gli Austriaci approfittarono della situazione e occuparono Milano e tutto il Regno d’Italia. Eugenio fuggì in Baviera.

Anche a Napoli, Gioachino Murat si trovò in difficoltà. All’inizio, per salvare il suo trono, si alleò con l’Austria, tradendo Napoleone. Ma quando Napoleone tornò dall’isola d’Elba nel 1815, Murat si schierò di nuovo con lui, sperando di diventare re d’Italia.

Il 30 marzo 1815, da Rimini, lanciò un proclama invitando gli Italiani a unirsi a lui contro gli stranieri. Pochissimi risposero all’appello. Murat fu sconfitto dagli Austriaci, mentre Napoleone andava incontro alla definitiva sconfitta a Waterloo.

Fuggito in Corsica, Murat tentò un ultimo colpo di mano: sbarcò a Pizzo di Calabria sperando di riprendersi il regno. Ma fu catturato dai soldati borbonici, condannato a morte e fucilato il 13 ottobre 1815.

Le conseguenze della dominazione napoleonica in Italia


La figura di Napoleone Bonaparte, così importante per la storia della Francia, ha lasciato un segno profondo anche nella storia d’Italia.

Anche se spesso pensava più agli interessi francesi che a quelli italiani, e probabilmente non aveva davvero l’intenzione di unificare o rendere libera l’Italia, il suo passaggio diede una scossa forte a un Paese che da secoli viveva nella divisione e nella debolezza.

Il suo modo di governare influenzò profondamente l’Italia. Per esempio, la Repubblica Cisalpina fu per anni una piccola copia della Repubblica francese, mentre il Regno d’Italia e il Regno di Napoli ripresero molti aspetti del sistema monarchico creato da Napoleone.

Napoleone contribuì anche a far nascere negli Italiani il desiderio di indipendenza e di unità nazionale. Permise che la Repubblica Cisalpina si chiamasse "italiana", e più tardi le diede il nome importante di Regno d’Italia, che sarebbe rimasto nella memoria collettiva.

I soldati e ufficiali italiani, che avevano combattuto nelle campagne napoleoniche e vissuto l’entusiasmo delle vittorie, trasmisero questo spirito combattivo ai giovani delle generazioni successive, preparandoli alle lotte per l’unità nazionale, cioè al Risorgimento.

Dal punto di vista economico, l’influenza di Napoleone fu molto significativa.

È vero che durante il suo dominio molte opere d’arte vennero portate via, che furono imposte pesanti tasse e che gli Stati italiani dovettero ospitare e mantenere gli eserciti francesi. Tuttavia, la presenza della Francia spinse l’Italia a uscire da un lungo periodo di immobilismo.

Grazie all’iniziativa napoleonica, si realizzarono grandi opere pubbliche, come:
  • le strade alpine del Monginevro, del Moncenisio, del Sempione,
  • le vie di collegamento tra il Piemonte e la Liguria,
  • e numerose strade nella pianura padana, tra Lombardia e Veneto.
Anche i lavori di bonifica e canalizzazione lungo i fiumi Po, Mincio, Reno e nelle lagune venete migliorarono molto l’agricoltura e l’ambiente.

Tomba di Napoleone a Parigi
Tomba di Napoleone a Parigi

La tomba di Napoleone Bonaparte a Parigi, situata all’interno del complesso degli Invalides. Qui riposa l’uomo che, pur non essendo italiano, cambiò profondamente la storia del nostro Paese tra il 1796 e il 1815.

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