Trasportata dal suo moto di rivoluzione intorno al Sole, la Terra si muove a grande velocità nello Spazio: sui 107.208 km all'ora (pari a circa 29,78 km al secondo).
Tale velocità varia leggermente lungo l'orbita terrestre a causa della forma ellittica dell'orbita stessa (secondo la seconda legge di Keplero), ma il valore medio lo si può tranquillamente approssimare a circa 107.000 km/h.
Questo significa che, mentre osserviamo il cielo, il nostro pianeta non è mai fermo, ma si sposta costantemente lungo la sua orbita ellittica.
Questo rapido movimento ha un effetto significativo sulla percezione della posizione degli astri.
Infatti, quando osserviamo una stella, la sua luce impiega un certo tempo a raggiungere la Terra.
Durante questo intervallo, il nostro pianeta si è già spostato rispetto alla posizione iniziale, facendo sì che gli astri appaiano leggermente disallineati rispetto alla loro posizione reale.
Questo fenomeno, noto come aberrazione della luce, fu scoperto dall'astronomo britannico James Bradley nel 1727, quando cercava di misurare la parallasse stellare e si rese conto che la posizione apparente delle stelle cambiava periodicamente senza corrispondere agli effetti previsti.
Per comprendere intuitivamente il fenomeno, possiamo paragonarlo a una pioggia che cade verticalmente. Se ci troviamo fermi, le gocce d'acqua tracciano segni verticali sui vetri delle finestre. Tuttavia, se ci muoviamo in automobile sotto la pioggia, percepiamo le gocce inclinate in direzione opposta al nostro moto.
Allo stesso modo, i raggi di luce provenienti dagli astri giungono alla Terra con un'inclinazione leggermente diversa a causa della velocità del nostro pianeta.
L'aberrazione della luce ha un effetto massimo di circa 20,5 secondi d’arco, che corrisponde a una piccola deviazione angolare, ma è stata una delle prime prove concrete che la Terra non è fissa nello spazio, come si credeva in epoca antica, bensì in movimento intorno al Sole.
Questo fenomeno rappresenta quindi un'importante conferma sperimentale della teoria eliocentrica di Copernico e un'ulteriore dimostrazione della velocità finita della luce, già ipotizzata da Ole Rømer nel XVII secolo.
Esempio pratico.
La pioggia cade in verticale dalle nuvole ma, dato il movimento dell'automobile, le gocce lasciano tracce oblique sui finestrini. Si ha così la sensazione che la nuvola non si trovi sopra l'auto, ma un po' spostata in avanti.
L'esempio dell'automobile può aiutarci a capire il fenomeno analogo, chiamato aberrazione della luce.
La luce arrivando dagli astri alla Terra in movimento ci perviene con una inclinazione che rende la loro posizione apparente, diversa da quella reale.
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