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L'Italia dopo Napoleone. Restaurazione, società segrete

Dopo la sconfitta di Napoleone, trattata nel precedente capitolo, l'Italia si ritrova al punto di partenza, o quasi. Qualcosa è cambiato.

Sommario

La restaurazione in Europa

I Paesi che hanno vinto, contro l'imperatore francese, si sono riuniti a Vienna per il famoso congresso del 1815.

Tra le decisioni più importanti: far ritornare al comando tutti i principi, i re che erano stati cacciati da Napoleone; abolire le riforme e le libertà introdotte dai francesi.

Come si dice in questi casi, il popolo sembra essere passato "dalla padella alla brace". Infatti i vecchi sovrani hanno iniziato a terrorizzare i sudditi, bloccando ogni tipo di libertà, di manifestazione, di protesta.

Si chiama "restaurazione" proprio perché si ristabilisce il potere assoluto nei vari Stati prima conquistati o sottomessi da Napoleone.

L'Italia dopo Napoleone

Vi è una suddivisione del territorio:

  • Nord:
    Regno di Sardegna (Piemonte, Savoia, Nizza, Sardegna) governato da Casa Savoia;
    Regno Lomardo-Veneto, dominato dall'Austria.
  • Centro:
    Stato della Chiesa guidato dal Papa.
  • Sud:
    Regno delle Due Sicilie, governato dai Borboni.

Altri Stati minori erano:
  • Ducato di Parma e Piacenza;
  • Ducato di Modena;
  • Ducato di Lucca;
  • Granducato di Toscana.
L'Italia era divisa in tanti piccoli territori. In questo modo non riusciva a progredire e a creare un'identità nazionale. Ogni Stato pensava per sé. C'erano posti di blocco ovunque, lungo i numerosi confini. Dogane dove si pagavano tasse per trasportare merci.

Chi andava da Bologna a Milano attraversava tre confini diversi.

Le persone si spostavano poco, quindi, rimanendo all'interno del proprio territorio. La merce, i prodotti facevano fatica a diffondersi.

Nascono le società segrete


Ovviamente, un clima così teso e represso ha portato alla nascita di tante società segrete. Erano gruppi di persone che si incontravano di nascosto per parlare di politica, organizzarsi affinché si potesse trovare il modo di ribellarsi al dominio assoluto dei sovrani. Spesso erano studenti, professori e anche ufficiali dell'esercito, rimasti "orfani" della guida repubblicana e liberale di Napoleone.

Tra le più importanti di queste società c'era la Carboneria, nata nel Regno di Napoli e diffusa sia in Italia che in Francia. Influenzerà poi altri gruppi ribelli in diversi Paesi, anche in Sud America.

Perché si chiamava "Carboneria"? Perché le persone, per non farsi scoprire, utilizzavano il linguaggio usato dai carbonari, per comunicare. Ad esempio, i luoghi di incontro erano chiamati "vendite" e i capi "lupi".

L'obiettivo dei carbonari era quello di avere una Costituzione, un contratto tra popolo e sovrani che limitasse il potere di questi ultimi e permettesse maggiori libertà alle persone.

Venivano organizzati agguati, attentati, si facevano rivolte, tutto organizzato segretamente. Il rischio era alto: chi veniva scoperto vaniva arrestato o fucilato.

Le prime rivolte in Europa


Scoppiarono in Spagna e in Portogallo le prime rivolte europee, era il 1820. Nonostante la repressione da parte degli eserciti, queste ribellioni si diffusero in tutta Europa e oltreoceano. Grazie a queste rivolte, nelle Americhe, nacquero dei nuovi Stati: Argentina, Brasile, Cile e Messico. Prima erano colonie spagnole e portoghesi.

In Italia e in Russia, invece, le proteste non andarono molto bene, come vedremo.

Rivolte in Italia, Napoli e Torino


La prima rivolta italiana scoppiò nel Regno delle Due Sicilie.
Era il luglio del 1820 e a Nola, la Carboneria, diede il via alla ribellione.

Le proteste si estesero anche a Napoli e a tutto il Regno. L'esercito si schierò dalla parte dei ribelli.
A quel punto il re non poteva più far niente e così promise al popolo la realizzazione di una Costituzione.

Promessa non mantenuta. Infatti, dopo pochi mesi, con l'aiuto di soldati austriaci (50.000 circa), il re riuscì a bloccare la rivolta e a mettere la parola fine sul progetto costituzionale dei carbonari.

Nel 1821 è stata la volta del Piemonte.
La Carboneria era diffusa tra nobili e ufficiali dell'esercito. Anche il principe Carlo Alberto li appoggiava. Tuttavia si tirò indietro quando iniziarono le rivolte. Anche qui, i ribelli vennero sconfitti e, anche qui con l'aiuto di truppe mandate dall'Austria.

Gli aiuti austriaci erano ovviamente legati alla paura. L'Austria non poteva permettere che si creassero, in Italia, Stati ribelli con idee liberali. Il suo dominio, sui territori italiani, avrebbe rischiato di vacillare.

Cosa succede nel Lombardo-Veneto


Come abbiamo scritto prima, in questi territori dominava l'Austria.

I carbonari del Lombardo-Veneto, sorvegliati costantemente dalla polizia austriaca, non riuscirono a organizzare grandi rivolte, come quelle di Napoli e Torino. Qualcosa, però, riuscivano comunque a fare. Numerosi erano, infatti, gli arresti di affiliati alla Carboneria. Chiunque veniva scoperto, con legami verso la società segreta, era accusato di alto tradimento.

Pensiamo, ad esempio, a Silvio Pellico e a Pietro Maroncelli, condannati al carcere duro in un tribunale austriaco a Venezia. Qui sotto in un dipinto che li raffigura in catene.

Dipinto di Silvio Pellico e Pietro Maroncelli

L'Italia dovrà attendere ancora un po' di anni per assistere a rivolte vittoriose. Almeno fino all'avvento di Giuseppe Mazzini.

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