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Poesia Il Cinque Maggio di Manzoni. Spiegazione e traduzione

Scopriamo insieme i "segreti" di una delle poesie italiane più famose.

Sommario

Spiegazione della poesia "Il Cinque Maggio"


Alessandro Manzoni viene a sapere della morte di Napoleone (esiliato sull'isola di Sant'Elena) verso metà luglio del 1821, leggendo la Gazzetta di Milano. La notizia non lascia indifferente lo scrittore, che subito, spinto da nuove emozioni, si mette a scrivere sulle gesta del famoso imperatore francese.

Si tratta di una reazione davvero singolare, poiché Manzoni, finché il militare corso fu in vita, non ebbe mai espresso giudizi sul personaggio storico, nonostante fosse protagonista assoluto del periodo, e non se ne era mai curato. Dopo la morte, invece, tutto cambia. Il poeta sente il bisogno di ripercorrere la vita di Napoleone, descrivendone le più importanti vicende in versi, dai tempi dei trionfi a quelli del declino. Un modo per immortalare l'uomo politico che ha rivoluzionato l'Europa del primo '800.

Una lunga poesia, Il Cinque Maggio, scritta d'impeto in sole tre giornate. Questo dovrebbe ben rendere l'idea di quanta emozione abbia caratterizzato il Manzoni durante la realizzazione dell'opera letteraria.

Il 19 luglio, sempre del 1821, aveva già finito. Dalle parole si capisce che l'intento di Manzoni non fosse tanto quello di esaltare la figura di Napoleone, quanto quello di consegnare un grande personaggio, e le sue gesta, alla storia. Per il poeta il condottiero non era altro che una pedina, mossa da Dio per portare avanti il progetto divino pensato per il nostro mondo.

Manzoni inizia con una descrizione delle tappe fondamentali del francese, poi si sofferma sull'aspetto umano del protagonista, e infine termina i versi con un riferimento religioso, cristiano.

Metro e rime de "Il Cinque Maggio"


Il Cinque Maggio è composto da 18 strofe, suddivise in sei versi settenari ognuna. Il verso settenario prevede l'accento più importante sulla sesta sillaba. In questa poesia, 1°, 3° e 5° verso sono "sdruccioli", mentre, 2° e 4° sono "piani", e il 6° "tronco". Inoltre, il 6° verso fa rima con l'ultimo della strofa successiva ("sta", "verrà", "ha").Quando l'ultima parola è "piana", il verso ha sette sillabe, mentre queste diventano sei o otto nel caso in cui l'ultima parola sia "tronca" o "sdrucciola".

Testo e traduzione/parafrasi Poesia "IL CINQUE MAGGIO" di ALESSANDRO MANZONI


Testo iniziale de "Il Cinque Maggio", Manzoni

Ei fu. Siccome* immobile,
dato il mortal sospiro,*
stette la spoglia immemore*
orba di tanto spiro,*
così percossa, attonita*
la terra al nunzio* sta,
  • *Siccome: come
  • *dato il mortal sospiro: dopo essere morto, aver esalato l'ultimo respiro
  • *immemore: senza sensibilità
  • *orba di tanto spiro: priva di un'anima così grande
  • *attonita: frastornata, sconcertata, stupefatta
  • *al nunzio: all'annuncio (della sua morte)
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale*;né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta* polvere
a calpestar verrà.*
  • *l'uom fatale: colui che aveva nelle mani il destino del mondo (oppure inviato dal destino)
  • *cruenta: sanguinosa, violenta
  • *nelle parole da "né sa....verrà" il poeta manifesta un dubbio, ossia non sa quando la terra tornerà nuovamente ad essere calpestata da un uomo così importante, decisivo.
Lui folgorante in solio*
vide il mio genio* e tacque;
quando, con vece assidua*,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:*
  • *folgorante in solio: trionfante sul trono
  • *il mio genio: il mio essere poeta, il mio spirito poetico
  • *con vece assidua: con una impetuosa sequenza di eventi
  • *di mille voci al sònito... non ha: non ha mischiato la sua voce a quella di tutti gli altri (come un anticonformista, una voce fuori dalla massa).
vergin di servo encomio*
e di codardo oltraggio*,
sorge or commosso al sùbito*
sparir di tanto raggio*;
e scioglie all'urna un cantico*
che forse non morrà.
  • *vergin di servo encomio: non macchiato da elogi servili
  • *codardo oltraggio: vile, vigliacca offesa
  • *al sùbito: improvvisamente
  • *tanto raggio: tanta luce (data l'importanza di Napoleone)
  • *scioglie all'urna un cantico: innalza al sepolcro un canto.
Dall'Alpi alle Piramidi,*
dal Manzanarre al Reno,*
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;*
scoppiò da Scilla al Tanai,*
dall'uno all'altro mar.*
  • *Dall'Alpi alle Piramidi: Dall'Italia all'Egitto
  • *dal Manzanarre al Reno: dalla Spagna alla Germania
  • *di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno: Napoleone agiva sicuro e veloce, quasi come il proprio pensiero. Pensiero e immediata azione, come il baleno che precede di pochissimo il fulmine)
  • *da Scilla al Tanai: dalla Sicilia alla Russia (Tanai: fium Don)
  • *dall'uno all'altro mar: dal Mediterraneo all'Atlantico
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui*
chiniam la fronte al Massimo
Fattor*, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.*
  • *nui: noi
  • *Massimo Fattor: Dio
  • *più vasta orma stampar: lasciare una grande impronta
La procellosa e trepida*
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile*
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
  • *procellosa e trepida: rumorosa (come una tempesta) e ansiosa
  • *indocile: ribelle, incurante di qual si voglia guida esterna
  • *serve, pensando al regno: obbedisce solo per raggiungere il proprio scopo
  • *e il giunge: e lo raggiunge
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio*,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.*
  • *periglio:pericolo
  • *due volte nella polvere, due volte sull'altar: esilio all'isola d'Elba e a Sant'Elena; eletto Primo Console (1799) e i Cento Giorni (1815)
Ei si nomò*: due secoli*,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato*;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise* in mezzo a lor.
  • *nomò: nominò, presentò (sulla scena del mondo, della storia)
  • *due secoli: 1700 e 1800 (tra razionalismo e idealismo, tra illuminismo e romanticismo)
  • *fato: destino (i due secoli, sottomessi, come se stessero aspettando Napoleone e cosa lui volesse farne di loro)
  • *s'assise: si sedette (metaforicamente, tra i due secoli)
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda*,
segno* d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
  • *breve sponda: terra piccola (l'isola di Sant'Elena)
  • *segno: simbolo
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve* e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere*
prode remote* invan;
  • *s'avvolve: si abbatte
  • *scernere: cercare di vedere, scorgere
  • *remote: lontane (rive)
tal* su quell'alma* il cumulo
delle memorie* scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,*
e sull'eterne pagine*
cadde la stanca man!
  • *tal: così
  • *alma: anima
  • *memorie: ricordi (Napoleone è oppresso dai ricordi, così come il naufrago dalle onde: è una similitudine)
  • *narrar se stesso imprese: cominciò a raccontare le sue gesta, la sua vita (per le generazioni future, i posteri)
  • *eterne pagine: infinite pagine, che non finiscono mai (oppure, destinate all'eternità)
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,*
chinati i rai fulminei,*
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!*
  • *tacito morir d'un giorno inerte: al tramonto di un giorno in cui non si è svolta alcuna attività
  • *rai fulminei: occhi fulminanti
  • l'assalse il sovvenir: lo assalì il ricordo del passato
E ripensò le mobili
tende*, e i percossi valli*,
e il lampo de' manipoli,*
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio*
e il celere ubbidir.*
  • *mobili tende: gli accampamenti militari
  • *percossi valli: le fila nemiche, le trincee, colpite dall'artiglieria
  • *lampo dei manipoli: i veloci soldati (pronti ad intervenire)
  • *concitato imperio: concitati comandi
  • *celere ubbidir: la solerte, pronta obbedienza
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,*
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,*
e in più spirabil aere*
pietosa il trasportò;
  • *spirto anelo: spirito affannato, che fa fatica a respirare
  • *ma valida venne una man dal cielo: (qui avviene il "passaggio del testimone", il protagonista non è più Napoleone ma Dio)
  • *spirabil aere: aria più respirabile
  • *pietosa il trasportò: con pietà, misericordia (Dio) lo trasportò.
e l'avviò, pei floridi*
sentier della speranza,
ai campi eterni*, al premio
che i desideri avanza*,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
  • *pei floridi: per i fioriti
  • *campi eterni: Paradiso
  • *avanza: supera.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trionfi avvezza!*
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota*
giammai non si chinò.
  • *avvezza: abituata
  • *al disonor del Gòlgota: alla croce sul Gòlgota (dove Gesù Cristo fu crocifisso).
Tu* dalle stanche ceneri*
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò.
  • *Tu: (Fede)
  • *dalle stanche ceneri: da quest'uomo stanco, provato, mortale
  • *sperdi ogni ria parola: allontana ogni parola malvagia
  • *sulla deserta coltrice: sul letto da tutti abbandonato
  • *accanto a lui posò: (allontana ogni malvagità perché Dio è stato vicino a Napoleone, sul letto di morte, permettendogli di redirmersi, salvarsi).

La vita di Alessandro Manzoni (riassunto)


Alessandro Manzoni è nato a Milano il 7 marzo 1785 ed è morto, sempre nel capoluogo lombardo, il 22 maggio 1873, all'età di 88 anni. Sua mamma, Giulia, era la figlia del celebre Cesare Beccaria (autore dell'opera "Dei delitti e delle pene").

All'età di sei anni fu affidato al collegio dei Padri Somaschi, che lasciò intorno ai sedici anni, una volta terminati gli studi. Iniziò subito a scrivere: suo il poema "Il trionfo della libertà", nel 1801. Un'opera dal carattere ribelle, ispirato agli ideali rivoluzionari francesi.

A vent'anni (nel 1805) raggiunse la madre in Francia, a Parigi, dove rimase per cinque anni. Qui verrà affascinato dalle correnti degli "illuminati". Il matrimonio con la religiosa Enrichetta Blondel, però, lo metterà in crisi, in termini di fede cattolica. Sotto la sua influenza, tornerà a seguire i riti religiosi.

Nel 1810 il rientro in Italia e per circa quindici anni condurrà una vita tranquilla, ma ricca di realizzazioni letterarie: 
  • gli "Inni Sacri",
  • le tragedie "Il Conte di Carmagnola" (1820) e "Adelchi" (1822),
  • le odi "Marzo 1821" (con l'entusiasmo per i moti insurrezionali, nati in molti paesi europei contro i sovrani assolutisti) e "Il Cinque Maggio" (1821, con l'illusione di un Napoleone salvatore dell'Italia),
  • nonché una delle sue opere più famose, "I promessi sposi" (1821-23 con il titolo "Fermo e Lucia").
Dal 1827 in poi il Manzoni si "spegne" a livello creativo. Si dedicherà esclusivamente al romanzo (I promessi sposi) che verrà ripreso più volte dallo scrittore, con successive modifiche e revisioni linguistiche. L'edizione definitiva vedrà la luce tra il 1840 e il 1842.

Il suo stato d'animo, dagli anni '30, è stato messo a dura prova da una serie lutti importanti. Nel 1833 muore la moglie Enrichetta, poi la madre Giulia, le sue tre figlie (Cristina, Sofia, Matilde). Morirà anche la seconda moglie, Teresa, sposata nel 1837.

Nel 1861, con l'Unità d'Italia, venne nominato senatore da Vittorio Emanuele II. Il suo giuramento, nonostante gli acciacchi, avvenne a Torino. Si spegnerà poi nel 1873.

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