Pubblicato il 28/10/20e aggiornato il

L'Europa del Seicento. Storia per le elementari

Storia alle elementari

Oggi passiamo dal Cinquecento (visto nel precedente capitolo, collegamento a fine testo) al Seicento europeo. Stiamo parlando del periodo che inizia nel 1600 circa e termina nel 1700.

Economia europea in crisi

Una grave crisi economica colpì tutta l'Europa in quel secolo. Al contrario di quanto accaduto nel Cinquecento, con un grande sviluppo in varie nazioni, nel Seicento tutto sembra andare per il peggio, anche la popolazione, in diminuzione a causa delle epidemie come la peste e il colera.

Malattie che fanno morire molte persone, soprattutto nelle città, dove il contagio è più diffuso, e la cura dell'igiene particolarmente trascurata. Anche nelle campagne, però, la situazione non era delle migliori: il commercio con le città aveva portato le epidemie nelle zone agricole.

Con lo spostamento della popolazione dalla campagna alla città, avvenuto nel secolo precedente, ci si trovava ad avere meno persone nel settore agricolo e più cittadini da sfamare nei grandi centri. Poco cibo, malattie, debolezza fisica... così in molti trovarono la morte.

Si diffuse la povertà, aumentarono i disoccupati, i vagabondi. Di conseguenza aumentarono criminalità e rivolte.

Come se non bastasse, i vari Stati si ritrovarono spesso in guerra uno con l'altro, portando via uomini dai campi per farli combattere, rendendo ancora più desolate le campagne. 

La gente moriva di fame e di malattie.

Verso nuovi imperi coloniali

Un periodo di migrazioni, molti contadini abbandonarono l'Europa per andare nelle Americhe, dove c'erano tanti terreni fertili da coltivare.

Ecco come si comportarono i vari paesi.

  • Spagna. Conquistano molti territori dai quali ricavano oro e altre risorse preziose.
  • Francia. Si crea una colonia in Canada, nel nord America e occupa le isole scoperte da Colombo e poi abbandonate dalla Spagna (perché avevano svuotato tutte le miniere). I francesi utilizzarono le isole come basi commerciali per il traffico di schiavi e dello zucchero.
  • Inghilterra. Occupa territori del nord America, gli attuali Stati Uniti, dove all'epoca vivevano numerose tribù di "pellerossa" (gli indiani d'America)
  • Portogallo. Si dirige a sud delle Americhe, verso il Brasile.
  • Olanda. Aveva colonie in Asia, Africa e America
Gli Stati europei cercavano così di compensare le crisi interne, importando dalle colonie metalli preziosi, prodotti agricoli, materie prime. Le colonie erano costrette a pagare delle tasse allo Stato di appartenenza.

E in Italia?
Il nostro paese era considerato come una colonia, per gli spagnoli: quindi molte tasse e sfruttamento.
Questa situazione portò l'Italia alla fame, all'ingiustizia. I ricchi e i nobili italiani appoggiavano la Spagna, in cambio di benefici, costringendo la popolazione a pagare con tanti sacrifici e violenze.

Tale comportamento causò alcune rivolte in grandi città, come Milano, Palermo, Napoli (famosa la rivolta di Masaniello, nel 1647) e Messina. Troppo deboli, però; la Spagna riuscì comunque a domare le ribellioni locali.

In Europa si diffonde la scienza

Fino al 1600 nessuno si osava di mettere in dubbio i testi classici, greci e romani, e le Sacre Scritture.
Dopo, invece, le cose cambiano. Gli studiosi cercarono di capire la natura, facevano esperimenti, non si accontentavano delle passate conoscenze. Anni di grandi scoperte; molte riguardavano l'astronomia.
Ad esempio, venne dimostrato che non era il Sole a ruotare intorno alla Terra (come si credeva), ma è il nostro pianeta a ruotare intorno al Sole (pensiamo alle osservazioni fatte dall'italiano Galileo Galilei).

La scienza, però, non era molta libera all'epoca. Un grande ostacolo era rappresentato dalla Chiesa, che cercò in tutti i modi di frenare queste nuove idee scientifiche, perché contrarie a quanto scritto nella Bibbia. Il povero Galileo, pur avendo ragione, venne processato e condannato, ma i suoi studi si diffusero in tutta Europa, influenzato tanti altri scienziati e studiosi.

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