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Storia antica, gli Etruschi: origini e sviluppo (riassunto)

Pensando alla storia antica italiana, il primo popolo che ci viene in mente è sicuramente quello romano. In realtà, prima ancora, un'altra società organizzata dominava in buona parte della penisola.

Stiamo parlando degli Etruschi, il cui percorso è iniziato verso l'800 a.C. e la cui fine è stata segnata dal predominio di Roma, primo secolo a.C. circa.

Non si hanno molte informazioni sulle loro origini. Alcuni studiosi del passato li collegarono alla Lidia, in Asia Minore, nell'attuale Turchia; altri, invece, parlano di migrazioni dalla civiltà villanoviana, da Villanova, vicino all'attuale Bologna.
Sappiamo, però, che si sono sviluppati partendo dalla zona delimitata dalla Toscana a nord e dal Lazio a sud, fino al fiume Tevere: l'Etruria.

Riuscirono a sfruttare al meglio le risorse agricole, il commercio e i giacimenti di piombo, stagno e rame mentre sull'isola d'Elba venne realizzato un importante centro di produzione del ferro. In mare, potevano contare su una potente flotta.
Degno di nota il loro sviluppo culturale: adottarono l'alfabeto greco ma crearono delle regole grammaticali non proprio semplici. Tuttavia, essendo la "lingua ufficiale" utilizzata solo dai ricchi, non riuscì a sopravvivere con l'arrivo del latino.

Gli Etruschi iniziarono ad espandersi verso la metà del VI secolo a. C. . A quei tempi, in Italia, erano il popolo più evoluto tecnologicamente parlando, dei maestri nella lavorazione dei metalli.
Queste caratteristiche li aiutarono a conquistare la valle del fiume Po, il nord della penisola. A Bologna (che allora si chiamava Felsina) fondarono un grande centro commerciale.
Il loro dominio si estese anche a sud, nel Lazio, a Roma, e in Campania, dove Capua rappresentava il centro principale della regione.

Particolarità del popolo etrusco erano le città. Una volta scelti i luoghi di costruzione, in base a riti religiosi, venivano realizzate con una tecnica schematica: confini che formavano un quadrato, mura difensive intorno, porte d'ingresso rivolte verso i templi, due vie interne principali (il cardo massimo da nord a sud, il decumano massimo da est a ovest).
Ogni città, però, era praticamente indipendente dalle altre. Aveva un proprio re che comandava l'esercito, prendeva decisioni e si occupava della giustizia. Le varie città etrusche avevano accordi commerciali ma non potevano dominare una sull'altra.

Gli Etruschi erano dunque simili ai Greci, suddivisi in città-stato. L'unione di più città era rara e serviva solo quando si dovevano espandere i confini verso nuovi territori.

Importanti furono le rotte commerciali verso la Grecia, il Mar Egeo e Cartagine (nell'attuale Tunisia, nord Africa). Il Mar Tirreno era ben controllato dalle navi etrusche. I porti principali erano Caere, Vulci e Tarquinia.

Con il passare del tempo, e il rischio di un'invasione greca nel Tirreno (i Greci volevano fondare una colonia in Corsica, proprio vicino alla Toscana), gli Etruschi si allearono con Cartagine. Presto avvenne lo scontro tra le due fazioni, conflitto che si concluse con la sconfitta dei Greci (540 a.C.).

Le tensioni tra Etruschi e Greci continuarono. La Grecia aveva una colonia sulla costa campana, a Cuma, a pochi chilometri da Capua. Tale pericolo indusse il popolo etrusco a muovere nuovamente guerra contro i rivali.
Questa volta (474 a.C.) furono i toscani ad essere battuti da una potente flotta greca, aiutata dalle forze inviate da Siracusa, altra colonia greca, in Sicilia.

Questa disfatta rafforzò il potere greco nell'Italia meridionale, mettendo a rischio l'egemonia etrusca nel resto del territorio. Il loro declino era vicino, ma non avvenne per mano greca, bensì per il crescente dominio di un altro popolo: i Romani.
In seguito, avendo perso il controllo verso sud, il traffico commerciale si spostò nell'Adriatico, ad Adria e Spina (nelle odierne Valli di Comacchio).

L'influenza dell'Etruria, sui nuovi conquistatori del territorio italico, fu notevole. Riuscirono a trasmettere il proprio alfabeto, alcune regole grammaticali, il tipo di urbanizzazione e alcuni riti religiosi.

Statua etrusca, probabilmente il dio Tinia
La più importante testimonianza del popolo etrusco, giunta fino a noi, riguarda le famose necropoli, ritrovate in seguito a numerosi scavi. Le loro tombe sono le uniche costruzioni sopravvissute al passare del tempo, per due motivi: erano di pietra e protette sottoterra, mentre gli altri edifici, delle città, erano costituite da fango e legno, materiali poco resistenti.

Grazie alle necropoli gli studiosi hanno potuto conoscere meglio questi antichi italici. Statue, urne, sarcofaghi, affreschi, manufatti, scritture, un patrimonio senza il quale non sapremmo nulla degli Etruschi.

La loro cultura, fortemente influenzata dai Greci, si differenzia poi dallo stile ellenico, abbandonando l'ideale di bellezza e puntando più sulla vita di tutti i giorni, sul realismo.

Curiosità
Alcune divinità etrusche vennero adorate anche dai Romani: Tinia (nella foto qui sopra) e Menerva, che diventarono Giove e Minerva.

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