Già, perché in realtà, nel famoso poema, è raccontato un preciso episodio del leggendario assedio da parte dei Greci. Lo scrittore si sofferma a raccontare solo cinquantuno giorni di un conflitto durato ben dieci anni.
Omero parte dalla fine, cioè dal decimo anno della guerra. L'Iliade, infatti, inizia quando l'assedio a Troia è cominciato da anni e in un preciso momento: quando Achille, arrabbiato con il re Agamennone che gli ha "rubato" la schiava Briseide, decide di ritirarsi dalla guerra.
Senza di lui, un grande guerriero invincibile, i greci perdono terreno e subiscono diverse sconfitte.
Il ritorno di Achille avviene nel momento in cui i troiani uccidono il suo amico, Patroclo. Per vendicarne la morte sfida Ettore, il più forte di Troia, e lo uccide.
Ecco, su questi fatti si concentra il poema, suddiviso in 24 libri (cioè capitoli). Spieghiamo di seguito, grazie a brevi riassunti, quali vicende vengono narrate da Omero in queste pagine, libro per libro.
Iliade, Libro I
Le vicende del primo libro si svolgono in ventuno giorni.
Crise, il sacerdote, va da Agamennone, il re greco, per chiedergli di lasciare libera la figlia, Criseide, fatta schiava durante una battaglia. Il re non accetta e, anzi, lo manda via in malo modo. Il dio Apollo, irritato dal comportamento di Agamennone, diffonde una terribile pestilenza nel campo dei greci, provocando diversi morti e malati. Quindi Achille convoca i vari comandanti greci e nell'occasione l'indovino Calcante spiega che la pestilenza è opera di Apollo, arrabbiato con i greci per come hanno trattato il suo sacerdote Crise. L'indovino dice che, liberando Criseida, tutto si risolverà. Agamennone in un primo momento rifiuta, poi però è costretto a lasciarla libera. In cambio, però, si prende la schiava di Achille, Briseide. Il grande guerriero, arrabbiato per il gesto del re, si ritira dalla guerra contro la città di Troia. La madre di Achille, Tetide (o Teti), per vendicare l'affronto subito dal figlio, convince Zeus a far perdere il conflitto ai greci.
Iliade, Libro II
A questo punto Zeus, per mantenere la promessa fatta a Tetide (Teti), deve fare in modo che riprendano i combattimenti. Ci riesce con un falso sogno che annuncia, ad Agamennone, la caduta di Troia, decisa dagli dei. Così, il comandante supremo, decide di verificare lo stato d'animo dei propri soldati, dichiarando il ritiro dalla guerra (Agamennone non intende certo ritirarsi, vuole solo vedere la reazione dei suoi uomini). Con grande stupore, i combattenti accolgono con gioia la notizia e il ritorno a casa, correndo subito verso le navi. Qui entra in gioco Ulisse, che svela ai soldati il trucco del loro sovrano, convincendoli a tornare indietro. Rievocando una vecchia profezia di Calcante, tutti riprendono coraggio e speranza. Torna in loro la voglia di combattere e iniziano i riti propiziatori, con sacrifici e feste, in modo tale da ottenere la benedizione degli dei.
L'esercito viene schierato lungo la pianura e avanza verso il nemico. Dal fronte opposto, Ettore, alla guida dell'esercito troiano, schiera a sua volta i propri soldati sul colle e ordina anche lui l'avanzata.
Iliade, Libro III
L'avanzata degli eserciti li porta l'uno di fronte all'altro. I due schieramenti si fermano, e dalle retrovie dei troiani si porta avanti Paride, fratello che sfida in duello i i comandanti nemici. Tuttavia, non appena vede Menelao, si spaventa e impaurito indietreggia. Ettore, suo fratello, lo rimprovera e lo invita a farsi avanti per combattere. Il vincitore del duello, tra Paride e Menelao, si prenderà Elena e i suoi tesori, dopodiché i greci lasceranno Troia per tornare in patria.
Il patto viene accettato, a condizione che Priamo, re di Troia, rispetti poi le decisioni. In quel momento il sovrano si trova sulla torre e osserva i comandanti greci, che gli vengono indicati da Elena. Appena gli giunge il messaggio, sulle condizioni del duello, scende giù ed esce da Troia, per raggiungere il luogo dello scontro e giurare il rispetto del patto.
Lo scontro tra i due contendenti ha quindi inizio. Paride viene sconfitto da Menelao, e non viene ucciso solo grazie all'intervento di Venere. Agamennone dichiara vincitore suo fratello e chiede ai troiani di rispettare i patti, restituendo la bella Elena.
Iliade, Libro IV
Durante una riunione degli dei, la dea Era convince gli altri a far in modo che i troiani non rispettino i patti e non consegnino quindi Elena. Così la guerra potrà continuare, fino alla distruzione di Troia.
Atena si allontana dall'Olimpo e si reca, assumendo le sembianze di Laodoco (figlio di Antenore), da Pandaro, ottimo arciere il cui arco gli è stato donato da Apollo. Lo convince a tirare una freccia a Menelao, a tradimento, con la promessa che avrebbe ricevuto in cambio una ricca ricompensa da Paride. La freccia, guidata da Atena, non colpisce a morte ma ferisce solamente. Menelao, ferito, viene soccorso da Macaone, il medico.
L'evento fa arrabbiare tutto l'esercito greco, che si sente preso in giro dal gesto sleale dei troiani. Pronti a combattere attendono solo il segnale di Agamennone, che arriva puntuale. Greci e troiani si scontrano in modo violento. La battaglia porta alla morte numerosi soldati e grandi eroi.
Iliade, Libro V
Nella prima battaglia i greci dimostrano la propria superiorità nei confronti dei difensori di Troia. Il protagonista di questi scontri è sicuramente Diomede, protetto dalla dea Atena. Impressionante la quantità di nemici che riesce a sconfiggere. I primi a soccombere sono i fratelli Fegeo e Ideo. Poi Atena riesce ad allontanare Ares dal campo di battaglia, costringendo i troiani a scappare. Ogni comandante greco riesce così ad uccidere un nemico. Pandaro ed Enea si muovono verso Diomede, ma i due hanno la peggio: il primo muore, mentre il secondo viene tramortito con una pietra. Enea viene soccorso dalla madre Afrodite, che viene ferita alla mano da Diomede, e poi messo in salvo da Apollo. Sarpedonte, un semidio figlio di Zeus e di Laodamia, rimprovera Ettore che reagisce schierando di nuovo i suoi uomini contro il nemico. Al loro fianco, in aiuto, c'è Ares, dio della guerra.
Questa controffensiva fa arretrare Diomede. Tlepolemo, figlio di Eracle e di Astioche, viene ucciso da Sarpendonte. A questo punto arrivano i rinforzi in favore dei greci: le dee Era e Atena. Quest'ultima, figlia di Zeus, incita Diomede ad attaccare Ares. Il dio viene colpito e urla dal dolore, allontanandosi dalla battaglia.
A breve i prossimi cinque capitoli.
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