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Dalla Rivoluzione francese a Napoleone Bonaparte in Italia

Riassunto di storia per la scuola media.

L'ultima volta ci siamo lasciati con la "Rivoluzione francese" e abbiamo terminato il capitolo con uno dei personaggi più importanti e famosi della storia, Napoleone Bonaparte.

Dopo la rivoluzione si forma, in Francia, il Direttorio, un governo moderato di tipo repubblicano. Il problema è che ai confini si sta preparando una pericolosa minaccia, su più fronti. Infatti, Austria, Inghilterra e Piemonte, nel frattempo, hanno siglato un patto di alleanza, proprio contro i francesi.

La Francia si trova attaccata lungo il fiume Reno dagli austriaci, sulle Alpi dai piemontesi e lungo le coste del nord dagli inglesi.

La nascente repubblica, dunque, deve risolvere la precaria situazione. Il Direttorio si deve occupare dei nemici alle porte. La maggior parte dell'esercito viene impiegato contro l'Austria.

Inizia l'ascesa di Napoleone


Un minor gruppo di uomini, invece, viene utilizzato per fermare il Piemonte. A capo di questo piccolo raggruppamento è stato messo un certo Napoleone Bonaparte (nato ad Ajaccio il 15 agosto del 1769 e morto nell'Isola di Sant'Elena il 5 maggio 1821).
Curiosità: Napoleone Bonaparte è nato in Corsica l'anno dopo la conquista dei francesi. Prima, fino al 1768, era territorio genovese (dominio della Repubblica di Genova). Lo stesso Bonaparte fa parte di alcune famiglie inserite ad Ajaccio nel 1510 proprio dai genovesi (arrivavano dalla provincia di La Spezia, al confine con la Toscana). Quindi possiamo dire che Napoleone, in realtà era italiano
Secondo figlio di otto (il padre Carlo Bonaparte, la madre Letizia Ramolino), iniziò presto la scuola militare, distinguendosi per le sue straordinarie capacità. La sua carriera prende poi piede a Parigi (sottotenente, capitano, generale di brigata). Era amico del fratello di Robespierre. Nel 1796 sposa Giuseppina Tascher, vedova del generale Beauharnais. Grazie a questo matrimonio riesce a farsi conoscere dalle persone importanti in ambito militare, e così, alla giovanissima età di 26 anni, ottiene il comando dell'esercito diretto sulle Alpi, contro i piemontesi.

Napoleone Bonaparte e prima campagna d'Italia (1796-1797)


Il primo importante incarico di Napoleone è appunto difendere i confini francesi dall'attacco piemontese. In quel periodo, l'Italia non è tanto difficile da conquistare, essendo tutta divisa in piccoli-medi ducati, regni e qualche repubblica.

Napoleone lo sa e, in più, pensa che molti italiani, colpiti positivamente dalla Rivoluzione francese, tutto sommato vogliano essere liberati dal condottiero corso.

Napoleone, con solo 36.000 soldati, entra in Italia passando dalla riviera ligure, lungo la costa, e in poco tempo attraversa tutta la Repubblica di Genova, fino agli Appennini dove lo aspettano i nemici (piemontesi e austriaci), molto più forti (in numero e in equipaggiamento) dei francesi.

Da vero genio militare, nonostante sia più debole degli avversari, riesce a dividere i piemontesi dagli austriaci e costringere i primi ad arrendersi (Battaglia di Millesimo), firmando l'Armistizio di Cherasco e la Pace di Parigi (Vittorio Amedeo III, re di Sardegna, costretto a cedere alla Francia sia Nizza che la Savoia).

Poi pensa agli austriaci, i quali sono costretti a ritirarsi (Battaglia di Dego) in territorio lombardo, dove vengono sconfitti sul ponte del fiume Adda (Battaglia di Lodi) e spinti fino a Mantova.

Il generale francese si spinge oltre e arriva a Milano, dove i patrioti italiani lo accolgono come un eroe, come il liberatore. La maggior parte dei patrioti erano borghesi benestanti, giovani, colti, mentre il popolo, i meno colti e più poveri, appoggiavano il clero, la Chiesa, contro le idee di questi patrioti.

Napoleone, tra l'entusiasmo generale, accetta regali, doni, tesori e si prende tutto quello che trova nelle casse del Monte di Pietà (una sorta di banca che prestava denaro); poi chiede venti milioni di franchi ai milanesi, che pagano. Prende dodici milioni dai ducati di Parma e Modena e venti milioni (saliti poi a trenta) dal Papa (Trattato di Tolentino).

In pratica, grazie ad alcune incursioni in varie zone, riesce a sottomettere tutto il nord Italia, scendendo fino a Livorno, in Toscana, e Ravenna.

Napoleone approfitta della situazione. In questo suo passaggio prende diverse opere d'arte italiane, nelle chiese, nelle piazze, nei musei, e li porta in Francia (pensiamo oggi a tutti i capolavori presenti al museo del Louvre a Parigi).

L'Austria non rimane a guardare e prepara altri due eserciti, che però vengono subito sconfitti uno dopo l'altro dai francesi.

Il condottiero francese, non solo blocca l'avanzata austriaca, ma passa all'attacco e procede, lungo la pianura Padana, attraversando tutta la Repubblica di Venezia (che in teoria si era dichiarata neutrale, ma in pratica è stata invasa da Napoleone, nonostante la rivolta popolare di Verona, durante il periodo di Pasqua), vincendo la battaglia decisiva sul fiume Tagliamento, fiume del Friuli.

Prosegue il suo percorso vittorioso fino a Vienna, obbligando l'Austria a firmare il Trattato di Campoformio (ottobre 1797), grazie al quale la Francia ottiene dagli austriaci, sia il Belgio che la Lombardia, mentre lascia all'Austria la Repubblica di Venezia (questo segna la fine di una storica "Serenissima Repubblica di Venezia").

Tra la Francia e l'Austria che si spartiscono i territori italiani, nasce la Repubblica Cisalpina, composta dalla Lombardia e parte dell'Emilia Romagna. Milano diventa la capitale e istituisce la bandiera tricolore (rosso, bianco e verde). Si tratta di uno stato non indipendente, ma legato, sottomesso ai francesi.

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