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La Rivoluzione francese. Riassunto e spiegazione

Riassunto di storia per la scuola media.

Eccoci giunti ad uno degli avvenimenti più importanti della storia europea e non solo.
Abbiamo letto, giorni fa, della rivolta americana (leggi Guerra d'indipendenza degli Stati Uniti) scoppiata nel 1776; pochi anni più tardi, nel 1789, è accaduto qualcosa di simile, nel "vecchio continente": la famosa Rivoluzione francese.

Proviamo a ripassarla con una spiegazione semplice. Anche se si tratta di una sintesi più lunga del solito (impossibile restringere di più un periodo così denso di fatti fondamentali), potrà esservi utile per i vostri studi.

Prima della rivolta, ovviamente, si deve parlare di ciò che ha causato il malcontento nel popolo.

La Francia, verso la fine del 1700, è un paese in declino, nonostante il suo glorioso passato. Ci sono problemi economici, politici e sociali. La maggior parte della ricchezza e tutto il potere sono nelle mani di un solo uomo, il re, assoluto sovrano. Egli può decidere ogni cosa, ogni legge; una persona può morire o vivere, a seconda di quello che il re vuole fare.

Il re è molto ricco, la sua casa è la Reggia di Versailles, vicino a Parigi. Qui, al suo servizio, ha 15.000 persone. Spendeva parecchio denaro per numerosi capricci, mentre fuori, la gente, moriva di fame.

Tra i più noti, Luigi XIV, soprannominato il "Re Sole", rimasto sovrano per più di 70 anni, dal 1643 al 1715.
Poi l'erede Luigi XV, re dal 1715 al 1774.
Infine, il nostro protagonista, Luigi XVI, insieme alla consorte, Maria Antonietta d'Austria, al potere dal 1774 al 1792.

Sommario

Suddivisione sociale in Francia, per classi


Sotto il re troviamo due classi agiate: nobiltà e clero. Posseggono grandi quantità di terre e risorse.

Dopo il re, la nobiltà e il clero, abbiamo il Terzo Stato, composto dalla borghesia (commercianti, funzionari, intellettuali..) stanca degli abusi di Luigi XIV, e dal popolo (artigiani, proletari, contadini, in pratica i più poveri).

Questa è la Francia, costituita da una pericolosa diseguaglianza sociale che sta per scoppiare.

La crisi economica, la mancanza di risorse per intraprendere guerre e soddisfare i vizi di corte, spingono il re ad aumentare le tasse, che pagano le due classi del Terzo Stato, borghesia e popolo.
Tuttavia, la pressione fiscale è già molto alta e insostenibile. Aumentano i debiti dello Stato. Il tutto mentre a Versailles si spendono soldi per feste lussuose.

Il popolo non ce la fa più.

Influenze intellettuali sulla rivoluzione francese


Negli anni precedenti, alcuni scrittori avevano alimentato l'idea di un nuovo Stato, diverso dal vecchio, più moderno, più libero, e con più diritti e uguaglianza. Stiamo parlando di Voltaire, Rousseau, Montesquieu. E poi Diderot, con la sua Enciclopedia, basata sulla scienza e contro le conoscenze ancora legate al medioevo.

In questo periodo abbiamo una Francia "vecchia", ma con un crescente circolo di idee nuove.

Re Luigi XVI, Stati Generali e Assemblea Nazionale Costituente


Dopo la morte di Luigi XV sale sul trono Luigi XVI (1774). Un re non molto capace, poco intelligente e sopraffatto dalla moglie Maria Antonietta, una donna viziata, capricciosa, spendacciona.

La Francia è in piena crisi economica. Lo Stato ha molti debiti. Il re nomina Jacques Turgot come controllore del bilancio, il quale propone numerosi tagli alle spese inutili, soprattutto quelle di corte, e cerca di far pagare le tasse anche ai nobili. Ovviamente, nobiltà e clero si oppongono e così, Luigi XVI licenzia Turgot. Il suo posto viene preso da Jacques Necker, ma appena inizia  a fare proposte, ecco che anche lui viene licenziato, per poi essere richiamato in seguito al fallimento di altri nominati dopo di lui.

Necker convince il re a convocare gli Stati Generali, cioè un'assemblea formata dalle tre classi: nobiltà, clero e Terzo Stato (l'ultima riunione avvenne parecchio tempo prima, nel 1615). L'obiettivo è quello di informare tutti sulla disastrosa situazione finanziaria della Francia.

La convocazione ha luogo a Versailles il 5 maggio 1789. Succede, però, qualcosa d'imprevisto.
Nobiltà e clero, non si scompongono più di tanto, mentre il Terzo Stato si ribella e propone alcune riforme importanti, radicali: una monarchia costituzionale come quella inglese, abolizione dei privilegi feudali, uguaglianza davanti alla legge (valida per tutti) e un fisco equo, giusto (per tutti). Poi libertà nel commercio, nell'industria, libertà di stampa e di parola. Confisca dei beni del clero, da utilizzare per lo Stato.

Dagli Stati Generali all'Assemblea Nazionale Costituente


Il Terzo Stato rappresentava 26 milioni di francesi, mentre le altre classi sociali (nobiltà e clero) solo 300 mila. Puntando su questo aspetto, non certo da sottovalutare, il Terzo Stato si trasforma in Assemblea Nazionale, unico organo rappresentante di tutta la Francia.

Il re, Luigi XVI, si oppone ma non riesce a fermare i ribelli. I rappresentanti di nobiltà e clero sono costretti a sedersi al fianco della borghesia e del popolo. Non c'è più distinzione tra le varie classi, la Francia del passato cade e lascia spazio alla rivoluzione, che comincia nel momento in cui l'Assemblea Nazionale diventa anche Costituente: si vuole scrivere una nuova Costituzione (9 luglio 1789).

La Rivoluzione francese


Tutta Parigi è in fermento, forte dei successi ottenuti dal Terzo Stato a Versailles. Così i cittadini scendono in piazza, ricorrono alle armi e distruggono la Bastiglia, una sorta di prigione dove venivano rinchiusi i nemici del re. La presa della Bastiglia avviene il 14 luglio del 1789 (divenuta poi festa nazionale), circa due mesi dopo la convocazione degli Stati Generali. In settanta giorni la Francia è passata dal potere assoluto del re alla rivoluzione.

Per combattere i soldati del re viene fondata la Guardia Nazionale, composta da persone del popolo. A fornire loro di armi ci pensa La Fayette, un nobile ben visto dai cittadini, per la sua partecipazione alla rivolta americana. Nasce la bandiera francese: blu, bianco e rosso.

Il re ha paura. Cerca di andare incontro alle richieste del popolo, riconosce la Guardia Nazionale. Anche nobili e clero hanno paura. Rinunciano ai diritti feudali.

Il 26 agosto del 1789 viene pubblicata la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Nasce uno Stato democratico, basato sulla sovranità popolare. Viene proclamata l'uguaglianza di tutti i cittadini.
Ogni francese ha libertà di pensiero, di parola e di stampa.

Le ribellioni, i tumulti, l'assalto alla reggia di Versailles, costringono Luigi XVI a spostarsi a Parigi, nel palazzo delle Tuileries. Qui si trasferisce anche l'Assemblea Nazionale Costituente.

La nuova Costituzione, la monarchia costituzionale


Si formano dei partiti, detti "Clubs", animati da personaggi come Robespierre, Marat, Danton. L'Assemblea Costituente scrive la Costituzione (1791) e la monarchia assoluta si trasforma in monarchia costituzionale, dove il re ha solo potere esecutivo, mentre è affidato al Parlamento il compito di fare le leggi. Vengono attuate importanti riforme, di stampo moderno. Viene limitato il potere del clero e confiscati i loro beni materiali.

Di conseguenza, i preti protestano e i nobili fuggono all'estero. Anche il re, Luigi XVI, cerca di fuggire con la famiglia, ma viene fermato e sospeso dal suo incarico.

L'Assemblea Nazionale Costituente termina il suo scopo e diventa Assemblea Legislativa (1° ottobre 1791).

La Rivoluzione francese non finisce


Finisce qui la rivoluzione? La Francia torna alla serenità? No, per niente, anzi...

Sorgono due problemi:
  • Si forma una partito repubblicano, quindi a favore della repubblica al posto della monarchia e del re
  • La costituzione dà molti privilegi ad una sola parte del Terzo Stato, cioè la borghesia (commercianti, industriali...), ma lascia in povertà l'altra, il popolo.

Esponenti del clero e della nobiltà, fuggiti all'estero, si attivano per convincere Austria e Prussia ad invadere la Francia per riportare il re sul trono. Quando tutto sembra pronto, a sorpresa, un gruppo di deputati, i Girondini, dichiara guerra all'Austria. Il popolo si accorge di un accordo tra la corte e i sovrani stranieri e così decide di assalire il palazzo dove risiede il re. I cittadini, ora, sono contro la monarchia e vogliono la repubblica; quindi, l'Assemblea Costituente, che ha portato la Francia ad avere una monarchia costituzionale, si scioglie. Nasce così una nuova assemblea, la Convenzione, eletta dal popolo.

Un periodo instabile, si deve votare, ma nel frattempo serve un governo provvisorio. Danton prende le redini della situazione, dal 10 agosto al 20 settembre 1792. In queste settimane si fanno molti prigionieri e uccise migliaia di persone; l'esercito, pur senza l'adeguato armamento e i rifornimenti, combatte i nemici (a Walmy) e riesce a cacciare i soldati prussiani via dalla Francia.

La Francia diventa una Repubblica, re e regina alla ghigliottina


La nuova assemblea, la Convenzione, comincia i lavori il 21 settembre 1792 e il giorno dopo dichiara la fine della monarchia, che porta alla proclamazione della Repubblica (22 settembre).

Nella Convenzione son quasi tutti repubblicani, anche se divisi in due gruppi: Girondini e Montagnardi (questi un po' più estremisti, radicali, sanguinari, come ad esempio gli stessi Danton, Robespierre e Marat).

Sorge un problema, cosa fare del re?
Contro il parere dei Girondini, vince la proposta dei Montagnardi, ossia la pena di morte, in seguito ad un finto processo: Luigi XVI viene ghigliottinato il 21 gennaio del 1793. La moglie, la regina Maria Antonietta, sarà poi "processata" e condannata alla stessa fine, il 16 ottobre del medesimo anno.

Con Luigi XVI terminano quasi mille anni di regno di Francia.

Nel frattempo i Montagnardi hanno la meglio nei confronti dei Girondini, i quali vengono accusati di tradimento. Viene riscritta la costituzione, che diventa repubblicana e proletaria dell'Anno Primo.

Tuttavia non si fa in tempo a proclamarla che la situazione torna ad essere complicata: Marat, montagnardo, viene assassinato il 13 luglio 1793 da una ragazza di 25 anni, Charlotte Corday d'Armont, che cerca di vendicare i Girondini.

Robespierre e il Terrore (1793-1794)


Tutto si complica. La povertà, i nemici alle porte, gli omicidi, la carestia... è il caos più totale.
La soluzione (che sarà poi atroce) la trova Robespierre, fondando un Comitato di salute pubblica, un Comitato di sicurezza generale e un Tribunale rivoluzionario.

Saranno due anni terribili, il periodo più sanguinario della Rivoluzione, ricordato con il termine "Terrore". Chiunque fosse sospettato di tradimento veniva ghigliottinato, senza farsi tanti problemi e con finti processi, solo di facciata.
Chi si ribella viene massacrato. Tutti vengono chiamati alle armi per combattere le invasioni di altri paesi.
Le chiese vengono chiuse, le feste abolite, l'unico culto acconsentito è quello della Dea Ragione (poi Ente Supremo).

Il protagonista assoluto del Terrore è Robespierre, accecato dal potere. Arriverà al punto di far uccidere tutti i suoi compagni storici della Rivoluzione, compreso l'amico Danton. Fa approvare una legge che gli permette di condannare a morte senza processo. In un mese e mezzo vengono uccise 1400 persone.

Colpo di stato del 9 Termidoro, fine della Rivoluzione, Napoleone Bonaparte


Com'era prevedibile, le azioni di Robespierre, trasformatosi da liberatore del popolo a dittatore, stavano creando malcontenti nella Convenzione. Durante la riunione del 27 luglio 1794 (9 Termidoro), si scatena una rivolta. I Termidoristi (appartenenti alla borghesia) cacciano via gli estremisti e Robespierre viene, prima arrestato e poi condotta alla ghigliottina.

Un vero e proprio colpo di stato, minacciato da coloro che volevamo riportare la Francia alla monarchia ma subito fermati da un generale di 26 anni, Napoleone Bonaparte.

Nasce, per mano dei Termidoristi, una nuova Costituzione dell'Anno Terzo (1794), un parlamento formato da un Consiglio dei Cinquecento e un Senato costituito da un Consiglio degli Anziani.
I due Consigli si occupano del potere legislativo, mentre quello esecutivo è assegnato al Direttorio, composto da cinque membri.

Vince la borghesia e il proletariato viene escluso da ogni potere. La Rivoluzione francese termina con la fine della Convenzione (26 ottobre 1795).

La Rivoluzione francese diventa molto importante per il futuro dell'Europa. Termina definitivamente tutto ciò che era ancora legato al medioevo e inizia una nuova era, moderna. Finisce l'assolutismo, prende piede la democrazia. Il popolo diventa sempre più protagonista a livello politico.

Il Risorgimento italiano, ad esempio, è figlio della Rivoluzione.

A livello sociale, si passa dal conflitto nobili-poveri al conflitto capitale-lavoro, la lotta di classe accesa ancora ai giorni nostri.

Liberté, Egalité, Fraternité - Targhetta all'Università di Parigi

Liberté, Egalité, Fraternité - Università di Parigi

Durante la Rivoluzione francese nasce il motto "Liberté, Égalité, Fraternité".

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