Gli inizi sono riconducibili al periodo di Federico II di Svevia (nato nel 1194 e morto nel 1250). Il re di Sicilia, nonché imperatore del Sacro Romano Impero, è divenuto famoso per la sua passione verso l'arte in generale.
Presso la sua corte non era raro assistere a performance ed esibizioni di poeti, pittori, musicisti, provenienti da tutta Europa. Tra le sue iniziative più importanti, a livello culturale, troviamo la fondazione dell'Univesità di Napoli.
Un sovrano moderno, per molti versi un'icona del 1200. Quindi non stupisce se il via vai di artisti, nel Regno di Sicilia, fosse particolarmente intenso.
Tra questi sono da menzionare i trovatori fuggiti dalla Provenza (prova a leggere"Lingua d'oc e lingua d'oil"), a causa della Crociata contro gli Albigesi, e migrati soprattutto in Sicilia.
Il loro contributo alla lirica si rivelò fondamentale. Prese piede, infatti, lo stile cavalleresco (l'amor cortese), l'esaltazione dell'amore, interpretato come umile adorazione, da parte del cavaliere verso la dama, la donna corteggiata, elevata a tal punto da risultare quasi astratta, perfetta.
Tra i più importati autori di questo nuovo stile troviamo, oltre allo stesso re Federico II, i suoi figli (Enzo, Federico e Manfredi) e il suo segretario Pier delle Vigne:
- Jacopo da Lentini
Nato (nel 1210 circa) e morto (1260) a Lentini, in provincia di Siracusa.
Viene considerato il caposcuola della lirica siciliana. Tra i suoi sonetti citiamo "Sulla natura d'Amore", "In Paradiso con Madonna".
- Guido delle Colonne
Guido, nato nel 1210 e morto nel 1287 circa. Tra le sue opere citiamo "La mia gran pena e lo gravoso afanno", "Gioiosamente canto" e "Ancor che l'aigua per lo foco lassi", citata poi da Dante Alighieri.
- Odo delle Colonne
Odo, di cui non si conoscono le date di nascita e di morte, lo menzioniamo per il suo "Lamento di una fanciulla abbandonata".
- Jacopo d'Aquino
Poche notizie sul poeta, che ricordiamo per la sua poesia "Al cor m'è nato e prende uno disio".
- Rinaldo d'Aquino
Nato in provincia di Avellino, lo citiamo per "Lamento per la partenza del crociato".
Sua opera principale è "Rosa fresca aulentissima", un "contrasto", tra i più noti, che mette in contrapposizione l'amata con l'amante, un "botta e risposta" a suon di strofa (in una strofa parla lei, nella seguente parla lui e cosi via).
Si tratta di un componimento dallo stile dialettale, giullaresco. Da alcuni documenti storici pare sia stato scritto prima del 1250.
Altri argomenti
- Capitolo precedente: Lirica religiosa del '200. Da San Francesco a Jacopone.
- Capitolo successivo: La scuola di transizione del Duecento.
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