I primi insediamenti di cui abbiamo notizie, grazie a reperti e strutture trovate in quell'area, risalgono a circa 8.500 anni fa (6.500 a. C.). Alcuni gruppi di uomini e donne si stabilirono a Mehrgarh, tra le montagne del Pakistan centrale e l'Indo, nelle attuali regioni Belucistan, Sind e Punjab.
Questa civiltà è la più antica dell'Asia meridionale. Conoscevano i popoli della Mesopotamia, iniziarono a dedicarsi ad un buon sistema di agricoltura e commerciarono prodotti con altri territori. La loro influenza si spinse fino agli attuali Iran e Afghanistan.
Nel 4.000 a. C. (circa), sempre nei pressi di Mehrgarh, la loro evoluzione produttiva li portò a realizzare manufatti di ceramica e rame, intensificando il commercio. I piccoli insediamenti del Belucistan, oggi sono grandi città come Quetta (con circa mezzo milione di abitanti) e Mundigak (Kandahar, in Afghanistan).
L'aumento della popolazione e la scarsità di risorse a disposizione li spinsero verso sud, dove si formarono nuovi insediamenti, come Amri (civiltà di Amri) e Harappa, nei pressi del fiume Indo e del fiume Sarasvati (prosciugato nel corso del tempo con l'avanzamento del deserto di Khar). In queste zone sono stati ritrovati reperti in terracotta, la ceramica di Amri-Nal.
Mappa originale: Biblioteca dell'Università del Texas. Adattata (aggiunta dei nomi di alcune antiche città) da "Imparare Facile" |
Tuttavia, queste alluvioni, così come accadde poi in Egitto, non erano proprio delle fonti di problemi, anzi. Grazie a questi periodici disgeli delle nevi, che inondavano la zona di Amri, il terreno risultò particolarmente fertile e generoso nella produzione agricola di numerosi alimenti (grano, orzo, riso, ma anche frutta e cotone).
Oltre all'agricoltura si sviluppò anche l'allevamento e il settore tessile, grazie alla presenza delle coltivazioni di cotone. Utilizzarono animali "da fatica" per arare e trasportare merci.
Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce grandi centri, particolarmente evoluti a livello urbanistico, come Dholavira, Kalibangan, Mohenjo-Daro (la più grande città di questa civiltà) e Harappa. All'interno venivano costruite zone ben distinte a seconda del tipo di produzione locale: c'era la zona dei commercianti, quella dei lavoratori di ceramica o di altri materiali. Insomma, una vera e propria organizzazione ben studiata, affinché si potesse produrre e commerciare in modo efficiente. Vi si potevano trovare dei grandi bagni pubblici e alcune abitazioni avevano a disposizione dei "serbatoi" d'acqua, pronta all'uso.
Il commercio di questi centri poteva contare su un'ampia rete di collegamenti, sia via terra che via acqua, fino al Golfo Persico. Ed è proprio grazie agli scambi commerciali che si è sviluppato un metodo di comunicazione scritta fatta di simboli e caratteri. Lo studio dei quali ha portato ad altre informazioni utili su queste civiltà: prodotti dell'Indo sono stati ritrovati in Mesopotamia, così come i prodotti della Mesopotamia sono stati rinvenuti nella valle dell'Indo. I due popoli, dunque, non solo si conoscevano ma avevano stretto importanti collaborazioni commerciali.
Ad un certo punto, però, la grandezza della civiltà dell'Indo iniziò a diminuire, fino alla loro scomparsa. Le invasioni provenienti dalle steppe a nord del Mar Nero e del Mar Caspio, tra Europa e Asia, non sembrano essere la causa del declino. La zona dell'Indo era già in una fase di "caduta" nel 1.800 a. C. (circa 4.000 anni fa), forse per l'avanzamento del deserto e la scarsità delle risorse a disposizione. Le invasioni avvennero tre secoli più tardi, nel 1.500 a. C. (circa).
Ad ogni modo, questo popolo è sopravvissuto senza problemi per circa 5.000 anni, dal 6.500 a. C. al 1.800-1.500 a. C., giungendo ad un buon livello tecnologico, urbanistico e alimentare. La loro influenza arrivava in territori lontani, così come i loro avanzati metodi di produzione, agricoltura e organizzazione. Le uniche informazioni che ancora non si conoscono della civiltà dell'Indo riguardano il sistema politico e sociale adottato.
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