E il passato? Non parlo di ieri o della scorsa estate, ma dell'inizio di tutto ciò che ci riguarda. Com'eravamo appena nati? E prima ancora, nel periodo della gravidanza di nostra madre, eravamo già formati come dei piccoli bambini, con testa, braccia e gambe?
Ecco il punto. Com'eravamo all'inizio.
Tutti noi, organismi pluricellulari (formati da tante cellule), così come gli animali e i vegetali, siamo stati creati da un'unica cellula chiamata zigote. Da questo zigote è poi nato l'embrione. Mentre, dall'embrione siamo poi nati noi, attraverso un lungo procedimento.
Lo sviluppo embrionale inizia subito dopo la fecondazione (negli animali, quando il seme maschile feconda l'ovulo femminile). Gli embrioni possono avere, alla nascita, differenti dimensioni a seconda della specie. Per esempio il diametro dell'embrione di un pesce è pari a 1,5 millimetri (mm), mentre quello di una rana a 2,5 mm. I mammiferi, come l'uomo, nascono da un embrione di 0,2 mm, circa 12 volte più piccolo di quello della rana, che è un anfibio.
Qual è l'embrione più grande in natura? L'uovo, come ad esempio l'uovo della gallina, che misura circa 40 millimetri, cioè 4 centimetri. Se poi prendessimo in considerazione lo struzzo, ecco che avremmo un embrione davvero gigante.
Gli embrioni partono da una fase definita "Blastula". In questo stadio sono formati da cellule disposte a cerchio, come a chiudere un confine, con all'interno una zona liquida.
In un secondo momento di formazione, l'embrione risulta diviso in tre distinte parti: Ectoderma (parte esterna), Endoderma (parte centrale) e Mesoderma (che si trova tra l'ectoderma e l'endoderma). Esiste poi una quarta zona chiamata "Archenteron" o "Intestino primitivo", uno spazio vuoto lasciato dalle altre tre parti.
Per capire meglio questa classificazione, proviamo di nuovo a pensare all'uovo. Tutti sappiamo che è formato da un guscio, una zona gialla/arancione/rossa al centro e una zona bianca/trasparente tra il centro e il guscio.
Pensiamo dunque all'uovo come ad un embrione. In questo caso, nella fase sopra descritta (detta anche stadio di Gastrula), abbiamo che il guscio è l'ectoderma, il rosso è l'endoderma e il bianco è il mesoderma (questo è facile da ricordare perché "meso" deriva dal greco e significa "intermedio", "in mezzo").
Ogni zona, chiamata "Foglietto embrionale", ha una sua funzione.
Nell'ectoderma si svilupperanno l'epidermide (la pelle), lo smalto dei denti, i capelli, le ghiandole della pelle, il sistema nervoso, la bocca... in pratica tutta la parte esterna, il nostro "guscio".
Nel mesoderma si formeranno l'apparato circolatorio (cuore, vene e arterie), gli organi genitali, i muscoli, lo scheletro.
Infine, dall'endoderma nasceranno stomaco, intestino, fegato, pancreas, polmoni...
Negli animali (noi uomini inclusi) possiamo distinguere quattro fasi, quattro processi principali per lo sviluppo embrionale:
- Divisione cellulare. La cellula iniziale comincia a dividersi in due, poi in quattro, in otto e così via fino a formare l'individuo.
- Accrescimento. Più aumenta il numero delle cellule, più grande diventa l'individuo.
- Organizzazione. Le cellule vengono come telecomandate dal proprio DNA, ossia da quell'insieme di informazioni e dati che potremmo definire come le "istruzioni per costruire l'individuo". Ogni cellula nasce per uno scopo e appena può si posiziona dove è destinata a stare. Ad esempio, se si forma una cellula del cuore, questa si andrà a collocare nell'organo "cuore".
- Differenziazione. Inizialmente le cellule sono una identica all'altra. In una seconda fase si differenziano in base al compito che dovranno svolgere.
Alcuni embrioni si sviluppano in modo differente.
Pesci e uccelli si formano da un embrione "chiuso" (pensate all'uovo), cioè senza collegamenti con l'esterno. Questi animali si formano dentro l'uovo nutrendosi delle sostanze già presenti all'interno (il tuorlo).
I mammiferi, invece, nascono da un embrione che, per tutto il processo di sviluppo, ha continui rapporti con l'esterno, ossia con il ventre della femmina (il bambino, nei nove mesi in cui è "nella pancia" della madre", si nutre attraverso il cordone ombelicale).
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